La lotta allo spreco alimentare è sempre più presa a cuore dalle multinazionali che ogni giorno cercano stratagemmi per ridurre il proprio impatto ambientale. Sappiamo che i prodotti maggiormente sprecati sono quelli freschi con una menzione speciale per latte e derivati, a causa di una rigida normativa sulla data di scadenza. La legge 204/2004 dice infatti che il latte fresco ha una scadenza fissata entro e non oltre il sesto giorno successivo alla data di confezionamento.  

Quotidianamente, in Italia, litri e litri di latte fresco vengono tolti dai banchi frigo e destinati alla distruzione anche giorni prima della scadenza, eppure il latte se conservato bene (cioè a una temperatura costante di 4°C), si può consumare senza rischi anche fino al nono giorno.

Questo a causa di un reiterato cattivo accordo tra aziende e grande distribuzione perché, secondo i responsabili acquisti dei supermercati, i consumatori già a 2 giorni dalla scadenza, non lo comprano più. In questo scenario si inserisce lo sforzo di Granarolo che ha dato vita a un piano anti-spreco per allungare la shelf-life dei suoi prodotti, puntando a una riduzione del 10% dei resi.

Di fatto, la data di scadenza del latte fresco fu definita più di 10 anni fa, ed è notevolmente rimasta indietro rispetto ai miglioramenti tecnologici che permettono di estendere la vita di scaffale.  A Roma è in programma un tavolo di esperti e per dibattere il problema presso il Ministero delle Politiche agricole alimentari forestali e del turismo. Speriamo che sia un altro piccolo tassello per un minore spreco di cibo e plastica.

fonte: il Fatto Alimentare https://ilfattoalimentare.it/scadenza-latte-fresco-spreco.html

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